martedì 29 maggio 2018

“Hors lits” hurrà!

[ Hors lits / Réseau dActes Artistiques ]

www.horslits.com

HORS LITS 3  
Ripatransone   
26 e 27 maggio 2018


        Pur con qualche timore che possa poi guastarsi col crescere, propongo come prossimo Assessore alla Cultura di Ripatransone lintero gruppo locale organizzatore di Hors lits. Chiunque vinca le Elezioni Comunali del 10 giugno.

        A guardare gli stanchi programmi amministrativi delle 3 Liste, la Cultura è proprio derelitta. Lhanno inserita perché così fan tutti: parole trite, buone per tutte le stagioni, idee zero. Tra le righe si legge che non ci sono soldi, che ci sono cose più importanti 

        Così lassessorato andrà a uno/una che non darà fastidio, che farà il minimo sindacale (alternando un concertino, na festa-pe magna, na processio, una mostriciattola, due presentazioni di libri di emergenti nostrani poeti/narratori/saggisti in ansia di prestazione le solite insipide esche per promuovere invano commercio e turismo).

        Ma perché invece, candidati sindaci, mettendovi per una volta daccordo prima del voto, questa delega non vi impegnate ad assegnarla a chi del posto ha già dimostrato di sapere far bene e innovare, di saper spendere il giusto, di riuscire a coinvolgere il paese, il circondario, ma soprattutto oltre?

        Eccolo qua il Quartiere Agello, curriculum solido, ben 3 Hors lits, e innumerevoli Che jella!, e tanto altro. Competenza entusiasmo idee non gli mancano. 

        Sì, un quartiere Assessore alla Cultura (basterebbe questo per avere subito notorietà nazionale, gratis!).

        Alla fine, un BRAVO, anzi un hurrà!, ve lo prendereste anche voi.


PGC - 28 maggio 2018


mercoledì 23 maggio 2018

PREMIER AL LIMON

[ e io che pensavo fosse PAOLO CONTE ]



Si va squagliando come un gelato al limon

dopo che hanno scoperto che a NY faceva al massimo il turista

Io stamattina non ci credevo

Lavevo scambiato per Paolo Conte



Ma il Conte professor Giuseppe

non ha la genialità di uno Schiaffino

lintelligenza degli elettricisti

Con quella faccia un po così, quellespressione un po così

stava per turlupinarci



Ah, se invece avessero scelto il Paolo!

Un tripudio generale in Europa

Non solo pittori, mimi, musicisti

e i francesi non si sarebbero incazzati



Adesso che notte buia che cè povero me, povero me Poveri noi.

[Oggi pure la benzina è rincarata]





 PGC - 22 maggio 2018



domenica 20 maggio 2018

L’ISOLA DEI FOLLI

        Propongo un invalicabile cordone sanitario che la circondi completamente. [Sono indeciso se comprenderci anche lIrlanda]

        Dopo un matrimonio così - quello della britannica regale coppia Harry e Meghan - è il minimo da farsi, anzi è tardi.

        Le nostre tivù ebeti, per ore, hanno gioiosamente seguito ieri lEvento a reti unificate sospendendo perfino i telegiornali. E non un giornalista che abbia almeno ironizzato. Anzi: plotoni di inviati italioti più o meno speciali, comunque sudditi dentro, con voci flautate e in estasi da santateresa, ci hanno narrato minuto per minuto - spenta ogni luce di pensiero critico - la costosa favola bella di principe e cenerentola miracolata, di uniformi e destrieri e dorate carrozze (non trasformabili in zucche, che almeno darebbero da mangiare a qualcuno).

        Sbarrare ogni via dacqua sarà purtroppo solo un palliativo; neppure la Brexit ci ha salvati dallepidemia di cretinismo e regressione cerebrale che dallIsola si è propagata al continente. Ci siamo pure messi di corsa a studiare linglese, per metterci in pari.

        Nemmeno svaticanizzarci risolverebbe granchè: la Chiesa Anglicana è più potente della nostra, sè visto ieri, con quei suoi predicatori più matti di chi li ascolta.
        
        Tuttavia, un coloratissimo - artistico - cordone sanitario galleggiante lungo migliaia di chilometri attorno allISOLA DEI FOLLI (ma sì, compresa lIrlanda) visibile anche dallo spazio  Sicuramente Christo ci sta già pensando. 

        A noi non costerebbe niente - Christo fa tutto gratis - e forse miglioreremmo. 

Oh, yes

PGC - 20 maggio 2018


giovedì 17 maggio 2018

MinCulPop sambenedettese

[San Benedetto del Tronto, Biblioteca Comunale: lepurazione di alcuni Quotidiani]


    Epurati dalloggi al domani - letteralmente - importanti quotidiani nazionali, cancellati dalla dotazione giornaliera della Biblioteca Comunale Lesca di San Benedetto. Restano Corsera, Repubblica, Sole 24 ore, Messaggero, Carlino e Corriere Adriatico (questi ultimi tre in qualsiasi bar cittadino te li tirano dietro, non serve andare in biblioteca a leggerli). E quelli di sport.

      Eliminati Il Manifesto, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, Il Foglio, Libero, per citare quelli importanti, ma può darsi che la mannaia ne abbia fatti fuori nella foga altri minori. 

      Disposizioni dallalto, a domanda esitanti rispondono come un disco rotto gli addetti. Risparmio per le casse comunali di circa 7 mila euro lanno, dicono, in effetti una cifrona

       Lutente se ne deve accorgere per caso e de visu, perché non una voce si è levata chessò, dallOpposizione, dai sinistrorsi, dai giornalisti locali (e figurati!), dalla società civile (e figurati!). 

      Senonchè, come lassassino scemo che non sa neanche inventarsi un alibi credibile, questi non sanno spiegare come mai siano pure vuoti gli scaffali con le copie arretrate di Manifesto,  Fatto ecc. Nellottica del risparmio, ci avranno acceso i caminetti dei dipendenti?

      Insomma, chi se la beve 

     È che lattrazione verso il modello di riferimento, per il sindaco destrorso e per lamministrazione di uguale pensiero (oddio, pensiero”…) è forte assai. Al punto daver riesumato dal Ventennio questa sorta di casereccio MinCulPop - Ministero della Cultura Popolare de noantri - che stabilisce cosa il popolo bue è igienico che legga e cosa no: allora avanti tutta i giornaletti locali e i giornaloni nazionali Repubblica/Corsera/Sole/Messaggero quelli che non si possono proprio eliminare, cani da riporto dei poteri forti e poteri forti essi stessi; via invece tutto il resto, alla faccia del pluralismo delle idee, hai visto mai che il troppo pensare

       Daltra parte lemulazione del modello di riferimento è perseguita da questamministrazione con tenace coerenza. Insieme al MinCulPop ecco dunque, in questa democrazia fallita, prove tecniche di fascismo: per il secondo anno consecutivo, divieto rivolto allobbediente Banda Cittadina di suonare Bella ciao al 25 Aprile; ecco poi gli illuminati discorsi pubblici del sindaco che di essere alla cerimonia proprio non può evitarlo ma per il secondo anno consecutivo gli scappa di dimenticarsi che Festa della Liberazione non è proprio lo stesso che festa della libertà - della mamma - del papà - della donna - del pregiato caciocavallo - del milite ignoto - dei caduti di tutte le guerre  (E la sinistra locale è tanto stupida e disastrata che invece di protestare lì e subito, se la suona e se la canta Bella ciao la domenica dopo Cosi - un unicum a livello nazionale - San Benedetto ha celebrato la Liberazione in due comode rate).

       Gli addetti del MinCulPop, dopo lenorme risparmio garantito dai tagli ai giornali della Biblioteca, si dedicheranno con accresciuto vigore ad espandere la missione civilizzatrice del Comune: stanziando ancora decine di migliaia di euro per il canzonettista di turno che intratterrà le masse sbevazzanti nei Capodanninpiazza; promuovendo nelle scuole dallasilo in su lezioni magistrali di leadership-del-fare (!) ammannite da rapper, bancari, banchieri, rotariani, dirigenti dazienda, calciatori, allenatori, campioni bolliti o in ebollizione, capitani coraggiosi di tutte le armi con mostrine ben lucide; recandosi in gita aziendale al Salone del Libro di Torino perché bisogna esserci e farlo sapere, e saper leggere non è richiesto allingresso. 

    Dei tagli ai fondi per i libri alla Biblioteca Comunale si sa da anni, adesso via dalla Biblioteca anche i giornali optional. A breve il MinCulPop di San Benedetto la chiude e ci fa un parcheggione. Vuoi mettere


Sara Di Giuseppe - 16 maggio 2018


martedì 15 maggio 2018

Questo palazzo sa di tappo


         San Benedetto, via Montello 18. La premiata enoteca internazionale BUGARI era qui, in una sobria palazzina dal fascino vecchiotto anni 50, a occhio (cioè a memoria) alta meno della metà dei mastodonti vicini e dellobbrobrio appena alzato al suo posto. Non mi è riuscito di trovarne una foto: di alcuni angoli di San Benedetto non ne esistono mi dice chi con passione ne conserva a centinaia e dannata. 

Soltanto, in rete, è possibile vedere una ruspa sbriciolare la facciata marron coi mattoncini rossi che guarnivano le finestre; e su Google Maps lo sbrago dei costruendi garage col vuoto soprastante. Ma adesso la puoi  ammirare dal vivo la nuova grande opera, se passi da quelle parti. 

         BUGARI, dunque. Era unistituzione: i migliori e più rari vini del mondo e tutto quanto di pregiato e gustoso esistesse da bere. Paragonabile alla famosa maison BVLGARI dei gioielli, salvo la U giusta, una L in meno, e merce liquida. Quando ne salivi i gradini dellingresso era come entrare in chiesa e quando uscivi, anche solo con una scelta bottiglia da regalare, ti sentivi sicuro, orgoglioso, ottimista Buttati a mare oggi, dai nuovi barbari, 90 anni di Civiltà e Cultura del Vino.

         Che la nostra BUGARI ora non ci sia più è normale, Avec le temps, va, tout sen va, cantava Léo. Abbattute la palazzina, la grande palma normale pure questo? In questo residuale spazio di quartiere ad alto deficit estetico - il supercementificato fosso dellAlbula non è il Parco di Goodwood - non poteva poi certo materializzarsi la dimora dautore del Duca di Richmond. 

Ma ènormale che sia sorto questo titanico sgorbio? Nel rispetto delle leggi! - già li sento strillare, i responsabili e i benpensanti - e certo col consenso di tutti, al massimo qualche borborigma da cattiva digestione, e sempre sottotraccia, si capisce, meglio non esporsi.

 Allego foto fresca, non oso commentare. 

         Laltezza, le sproporzioni di questa torre abitativa da incubo - solo la più recente in una miriade di altre - più la vocazione alcolica del luogo, tuttavia mi innescano nella mente una visione onirica: una MAGNUM di vetrocemento alta una quarantina di metri, come una spettacolare installazione artistica, contenente però del vino del diavolo malamente contraffatto che sa di tappo e se lo bevi muori. Ovviamente pure il palazzo che ci sta dentro sa di tappo. No, nessuna malattia del sughero, nè roba da cattiva annata: è solo la nota, linguaribile, la letale malattia di San Benedetto, il brutto e losceno e il kitsch che vincono facile, con questi palazzinari, con questi tecnici, con questi affaristi, con queste amministrazioni. 

         La tragedia è che questo palazzo-che-sa-di-tappo non puoi mandarlo indietro come al ristorante.  Tocca tenerselo.


PGC - 13 maggio 2018


mercoledì 9 maggio 2018

Resistere resistere resistere

[ San Benedetto. Grande Pino Bar: ancora esiste e resiste ]

       Ha riaperto oggi, finalmente. Eravamo preoccupati per il ritardo, anche perché la feroce potatura della storica pineta aveva inspiegabilmente evitato di spelacchiare (o segare) proprio i pini più grandi e belli, quelli intorno al PINO BAR. Malfidati come siamo, avevamo perfino ipotizzato le ruspe, poi un reboante cantiere edilizio, e infine la comparsa di una modernissima agghiacciante struttura tutta cemento-acciaio-marmi-vetro disegnata da unarchistar, per soddisfare le brame del turismo sambenedettese sempre proteso ai record bla bla

       Come siamo maligni. La tenace resistenza di Maria invece ha convinto i cattivi, fatto arretrare gli invasori, riportato il sorriso e lo sguardo lieto aivecchi appassionati amici/clienti che già vagavano inconsolabili per il lungomare.

       Stamattina, caduto il telo verde che lo circondava, alzate le serrande, il PINO BAR è riapparso uguale a come lavevamo lasciato. Senza cambiare di una virgola. Andrebbe premiato per questo: lunico e ultimo locale storico vero, non vecchio ma vintage, con intatta latmosfera affettuosa di tempi più sereni, col silenzio e lombra naturali, senza televisori e radio e musicacce e tossiche pubblicità. Un postofranco.

       Per i coraggiosi gestori di sempre è stata dura, quasi come resistere sulla Linea del Piave, o come una Lotta di Liberazione, ma non è finita. Pur col conforto delle leggi, Maria non dovrà abbassare la guardia, dovrà resistere ancora: alla burocrazia, al canagliume amministrativo, alle invidie, allinciviltà dilagante, allaffarismo, al cattivo gusto.

       Resistere  resistere  resistere è il minimo che le tocca fare.


PGC - 8 maggio 2018


domenica 6 maggio 2018

BELLO CIAO

[ ... una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor (?) ]


       E’ successo al cittadino-medio-di-Porto-d’Ascoli, l’altra mattina si è svegliato e ha trovato l’invasor: in fondo a Via del Mare, quasi sul mare, il nuovo “bel” palazzone di 8 piani al posto di quello normalmente brutto, vecchio di 60 anni e grande la metà. Quindi il cittadino-medio l’ha salutato giulivo: bello ciao, benvenuto tra noi, ti aspettavamo, ohhh qua ci stai proprio bene.

       Questo gigantesco e triste monolite stile anni ’70, ogni piano perimetrato da cupi balconi “abitabili”, scale (d’emergenza?) en plein air non ancora disvelate del tutto, una miriade di appartamentini-ini virtualmente di lusso che comunque ne faranno un vivace alveare abitativo, mi somiglia tanto ma tanto all’HOTEL HOUSE di Portorecanati (magari l’archistar è di quelle parti).
Lo stesso “fantasioso” impatto, anche senza la pianta a “Y”, solo un po’ più basso - 8 piani invece di 16 - e grigio topo invece del meritato color cacca. Se l’indimenticata POLISTIL delle macchinine si fosse dedicata anche a far modellini di quest’edilizia orrenda lo avrebbe fatto proprio così, fallendo molto prima…

        Però, caro cittadino-medio-di-Porto d’Ascoli, hai voglia a gridare all’invasore. Tu non ti sei svegliato adesso, mica dormivi, e non sei Biancaneve: tu ti sei adattato volentieri al “lecito” saccheggio del tuo territorio e ti sta bene, anzi ti piace, ne sei orgoglioso, non sei nel posto-più-bello-del-mondo? E le vedi tutti i giorni, specie in questa povera Via de Mare e dintorni, le infinite inconcepibili recenti mostruosità edilizie (e ambientali): ne hai conosciuto i progetti, le hai viste crescere e completarsi, le hai subite - se non ingoiate con gusto - cieco sordo e muto come le tre scimmiette. Non hai mai mosso un muscolo, indifferente o codardo o colluso. Salvo isolati brontolii da bar che si auto-estinguevano la sera stessa.
        Per cui ora te lo terrai, il “tuo/nostro” HOTEL HOUSE. Che non resterà solo, si capisce. Il vicino già scalpita e gli architetti già fremono: chiunque vorrà, potrà costruirsi i suoi bravi 10-piani-di-morbidezza Anche per non passare da fesso.
      “Bello ciao” potrai così esclamarlo con finta sorpresa quasi ogni mattina, cittadino-medio-di-Porto d’Ascoli.

Nelle 2 immagini l’HOTEL HOUSE prima e dopo la cura. Le foto non sono mie ma lo dico, non faccio come il Carlino…


PGC - 5 maggio 2018