giovedì 13 giugno 2013

Breve storia del Festival del Cinema di Pesaro. Un evento (ancora) da pionieri in un mare di tagli senza senso.

Alla fine degli Anni Sessanta, la Mostra del Cinema di Pesaro, ancora giovanissima anagraficamente – fu fondata nel 1965 da Lino Micciché e Bruno Torri – era già un luogo d’elezione per i cinefili (e i cineasti) più accaniti. Non a caso tra i suoi frequentatori più appassionati c’erano due persone che rispondono al nome di Bernardo Bertolucci e Jack Nicholson. Quest’ultimo, in un’intervista a ‘Repubblica’ del 2008, raccontava, infatti: “Abbiamo iniziato entrambi giovanissimi, due topi da festival, ci vedevamo a Pesaro”; mentre il primo, all’epoca, era uno dei grandi protagonisti di una stagione felice del cinema italiano, anche grazie all’amicizia e al sodalizio creativo con Gianni Amico, che fu anche consulente del festival.
Diretta, dal 2000, da Giovanni Spagnoletti, a distanza di 49 anni la Mostra di Pesaro ha mantenuto la sua identità di manifestazione votata alla scoperta, di piattaforma da cui giovani registi e nuovi linguaggi prendono lo slancio verso il grande pubblico. Di festival in cui si può rinunciare ai lustrini e ai tappeti rossi ma non alla ricerca, alla cultura, alla curiosità e alla sperimentazione. E, nonostante l’età, la Mostra non ha perso la freschezza di festival giovane che propone uno sguardo inedito – “nuovo”, come vuole il suo nome – sui film nazionali e internazionali, e che invita lo spettatore a un viaggio nel cinema di oggi, per (pre) vedere quello di domani.
In questo senso vanno infatti le due sezioni che, insieme al Concorso, sono l’anima della Mostra di quest’anno. L’Evento speciale dedicato al cinema italiano andrà infatti alla scoperta del vivacissimo panorama sperimentale nostrano che, nell’ultimo decennio – anche grazie all’avvento del digitale - ha trovato nuove forme di espressione e distribuzione.
Mentre il Cile sarà protagonista di un focus che porta per la prima volta in Italia il suo Nuovissimo cinema, una stagione cinematografica che negli ultimi anni si è dimostrata come una delle più innovative delle Americhe, esemplificata dalla personale di Sebastián Lelio.
La Mostra però è costretta a denunciare anche una situazione sempre più drammatica per la scena culturale italiana e per il festival in particolare. Già lo scorso anno il direttore artistico Giovanni Spagnoletti avvertiva sulle difficili condizioni nelle quali versava la Mostra, ma a un anno di distanza il suo auspicio per un’inversione di tendenza non si è realizzato, al contrario afferma: “Non è la prima volta che nella storia quasi cinquantennale della nostra manifestazione si deve denunziare la mancanza di risorse e la difficile (ad essere eufemistici) condizione economica della Mostra, specchio generale – lo sappiamo bene - del difficilissimo momento di crisi economica della società e della cultura italiana e in particolare quella del cinema”.
Ma se come è stato dimostrato di recente da una ricerca condotta dalla Macno insieme all’università IULM di Milano, i Festival italiani restituiscono sul territorio più di due volte e mezzo il denaro investito, allora il depauperamento di quest’anno delle risorse (nell’ordine di circa il 10% in meno) si traduce in una perdita ancora maggiore. Il direttore Spagnoletti così continua: “Siamo stati costretti a tagliare un intero giorno di proiezioni, ad eliminare una prevista sezione documentaria molto promettente, ad affrontare l’aumento (non piccolo) dei costi imposto dalla necessaria ristrutturazione tecnologiche per adeguarci agli attuali standard di proiezione e tutto ciò senza rinunciare all’alto livello di qualità che ci ha sempre contraddistinto e unanimemente riconosciuto. Lo diciamo con orgoglio ma anche nell’amara consapevolezza per quanto avremmo potuto fare ancora di meglio in altre condizioni finanziarie”.

PS. Il Pesaro Film Festival, è uno dei pochi (se non l'unico) che rende pubblico il budget a disposizione. Per il 2013, la somma è di 480mila euro, uno "zero" in più e sarebbe Venezia, mentre per arrivare a Roma il cammino è ancora lungo.

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