mercoledì 29 maggio 2013

È morta Franca Rame, il simbolo della lotta per la libertà delle donne.

Quando muoiono artisti così uno può dire solo “ciao”. Franca Rame non è stata solo la moglie di Dario Fo, la madre di Jacopo, una senatrice rispettosa delle regole, un'attrice che il palcoscenico non solo lo calcava ma lo mangiava, perché il palcoscenico era la sua casa da quando aveva 8 mesi. Franca Rame non è stata solo l'interprete di Mistero Buffo e di Morte accidentale di un anarchico, ma una delle sostenitrici di Soccorso Rosso Militante, quando spesso, i “rossi”, venivano presi a randellate (se andava bene!). Franca Rame è stata l'icona del femminismo, una delle sostenitrici più intelligenti e sensibili del movimento per la liberazione della donna, una vera e propria “guerrigliera” dell'anti-sistema e dell'anti-conformismo. Quarant'anni fa, nel marzo del 1973, venne rapita da esponenti dell'estrema destra che pensarono giustamente di violentarla, animali che non hanno mai subito una giusta punizione perché il processo, andato avanti per 25 anni, si è concluso con la prescrizione. Da quella esperienza nacque Lo stupro, una intensa piéce destinata a entrare nella storia del teatro politico-sociale. Da senatrice della Repubblica, come ha ricordato Barbara Pollastrini, è stata una rispettosa rappresentante del ruolo istituzionale che ricopriva. La sua permanenza a Palazzo Madama durò pochissimo. Quella politica, e quel modo di fare politica, a Franca Rame non piaceva.

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