venerdì 5 aprile 2013

Georg, il flautista tedesco anti-Europa malato d'Italia.


Il primo impatto non è affatto sconvolgente. My Heart Will Go On, non rientra nella nostra personale hit-parade. Però il suono del flauto ci piace e, come spesso accade, ci avviciniamo per constatarne l'origine, la fonte. Il suonatore è un uomo in frac, l'abito da serata di gala (o da concertista) che fa il monaco. Sicuramente la sua giacca con le code e i pantaloni a tubo, hanno vissuto primavere migliori, ma non stiamo a sottilizzare. Georg (nome molto convenzionale) è un tedesco di Germania che, quando la base musicale suona la Quinta, ci dice: “Questa no, troppo tedesca”. E attacca Lady Madonna, come se fosse la stessa cosa: Beatles e Beethoven per lui pari sono. Georg è bravo, ha la nostra stessa età e un passato di musicista in buone orchestre. Poi un giorno ha deciso che suonare con gli altri non era la sua dimensione e, non essendo poi un grande genio, ha scelto la strada e la piazza come luoghi in cui esibirsi con una base pre-registrata. Piace, anche alla gente di queste parti che, in un amen, riempie la custodia del flauto di scintillanti monetine da 5 cent, 10 cent, 20 cent. Di “euri” sani non se ne vedono. “Colpa di questa crisi”, dice Georg guardandoci con due occhi assassini che metà basterebbe. “E poi qui la gente non applaude. Perché? A Livorno, al mercato, dopo ogni canzone applaudono forte. Qui niente”. Vagli a spiegare che da queste parti la gente è abituata ai personaggi televisivi e che la bravura è un optional. Non capirebbe mai, e allora ci rifugiamo in un “Dai, magari la gente di qui è distratta”, che suona un'offesa alla sua e alla nostra intelligenza. Georg è contro l'Euro, l'Europa delle banche, la Germania che, a suo dire, ha strozzato tutti concedendo mutui per 670 miliardi che non potrà mai esigere se non invadendo le nazioni: “Anche l'Italia”, dice sorridendo. Poi si lamenta: “Ma lo sai che in Grecia, ai mercati trovi solo frutta e verdura olandese?” E lo guardiamo mentre si attacca a una fiaschetta il cui contenuto non conosciamo, ma che sentiamo “a naso” non trattarsi di acqua. Probabilmente è per colpa del contenuto della fiaschetta che, a un certo punto, dice: “Ce lo prestate Grillo?”. Apprendiamo così che, dopo aver fatto colpo sull'ambasciatore americano, Beppe ha colpito anche i duri cuori dei tedeschi. Attacca Caruso, poi E penso a te, e poi ci guarda con l'aria contrita di chi sa che sta facendo marchette pur di tirare su la giornata. E allora attacca Bourrée di Bach, proprio quella resa famosa da Ian Anderson e dai Jethro Tull che furono. Infine Aria sulla quarta corda. “Potrei fare anche di meglio – ci dice Georg asciugando il flauto con un fazzoletto che un tempo era bianco – ma qui non applaude nessuno...”

Massimo Consorti

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