sabato 13 aprile 2013

È uscito (in Giappone) l'ultimo romanzo di Murakami Aruki. Ed è già un caso.


È uscito solo oggi e l'editore ha già deciso di portare a 500mila copie la ristampa dell'ultimo romanzo di Murakami Aruki. Su Amazon, in prevendita, gli ordini sono arrivati a 20mila copie in un amen. Colorless Tsukuru Tazaki and the Year of His Pilgrimage, ultima fatica dello scrittore in questo momento più amato al mondo, è già un caso letterario, 400 pagine di cui nessuno (fino a questa notte) sapeva nulla. Sul sito della casa editrice Bungeishunju, che Murakami sta rendendo ricca da far schifo, lo spazio riservato al romanzo ne riportava solo il titolo e il nome dell'autore; niente numero di pagine, niente prezzo. Come si fa, quindi, a parlare di un libro che solo da qualche ora è in mano ai lettori? A Tokyo questa notte è successa l'ira diddio. Roba da vendita dell'Iphone5 o, come ci è capitato di vedere a Boston, dell'uscita del dvd di Titanic. File interminabili, ordinatissime di lettori e di fan accaniti, hanno preso d'assalto le librerie che, come nella migliore delle tradizioni occidentali, hanno aperto i battenti alla mezzanotte in punto. Già IQ84, si era rivelato un caso  senza precedenti. L'orwelliano romanzo in tre parti di Murakami, era stato accolto, a livello mondiale, come una delle opere fondamentali di questo inizio secolo. Colorless Tsukuru Tazaki and the Year of His Pilgrimage, se le premesse sono queste, rischia di fare la stessa fine, amplificata all'eccesso, all'ennesima potenza. Forse qualcuno lo sa, amiamo Aruki Murakami da Norwegian Wood, romanzo che ci ha costretto a leggere i precedenti, i successivi e tutti i racconti, per cui, qualsiasi cosa possa uscire dalla nostra tastiera, verrebbe accusata di chiaro conflitto d'interessi. Però, a questo punto, la curiosità è davvero travolgente e non ci consola il fatto che la Einaudi è già pronta a immetterlo nel mercato italiano. Domani è tardi. Magari ieri. Laconico, forse di più Murakami, che ha dichiarato: “Ho cominciato a scrivere un racconto breve, ma mentre ci stavo lavorando, è diventato più lungo con naturalezza. Raramente ho sperimentato qualcosa del genere, forse non mi era accaduto da Norwegian Wood”. Ti venga un bene! Non ha aggiunto manco una parola. 

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